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Lettera aperta: La scuola ha bisogno di certezze.

Alla Ministra dell’Istruzione, 

Lucia Azzolina

Al Ministro della Pubblica amministrazione,  

Fabiana Dadone

Alla Ministra del  Lavoro e delle politiche sociali, 

Nunzia Catalfo

Al Ministro della salute 

Roberto Speranza

Agli Organi di Stampa

 

 

Lettera aperta: La scuola ha bisogno di certezze. 

 

Scriviamo questa lettera aperta, a nome dei nostri iscritti,  per spiegare che il mondo della scuola ha la assoluta necessità di un contesto di azione chiaro, definito, preciso, nella consapevolezza che noi dirigenti scolastici non possiamo lavorare in un quadro di insieme così connotato da incertezza e precarietà normativa. In definitiva in una costante ed implicita richiesta di una creatività di azione che è altra cosa rispetto all’autonomia prevista dagli ordinamenti. 

 

Siamo in presenza di una pandemia che ha rimodulato i parametri di azione della nostra vita e quelli della scuola, e siamo desolatamente in assenza totale di modalità operative, da quelle legate alla valutazione di otto milioni di alunni che hanno interrotto le lezioni in presenza da due mesi, a quelle sul documento del 15 maggio e sull’adozione dei libri di testo, a tutt’oggi non definite. Siamo aspettando anche le linee guida relative alle modalità di attribuzione del voto di diploma per la  secondaria di I grado, in assenza delle  prove di esame. 

 

Ma soprattutto, visto l’alto valore simbolico che riveste per milioni di studenti e di famiglie, vorremmo sia definito meglio il contesto “Esame di Stato”.  L’unica certezza in nostro possesso è che inizierà martedì 17 giugno. Le maggiori perplessità riguardano le precise modalità operative, in presenza di una pandemia e, dunque, con la impellente necessità di tutelare la salute degli operatori della scuola, dirigenti, docenti, ATA, studenti e genitori che di solito partecipano alle sedute, per il valore che per fortuna ancora riveste nell’opinione pubblica. Siamo in attesa che siano definiti i protocolli di sicurezza, non si sa infatti chi dovrà sovrintendere alle procedure, con quali strumenti e con quante unità di personale, ed inutile dire che tutto ciò avrà ricadute sui tempi di svolgimento delle operazioni. A monte di queste considerazioni permangono due questioni di particolare delicatezza. La prima concerne l'acquisto dei DPI. Quali e con che risorse, con quali procedure. Il Codice degli appalti si è rivelato un autentico colabrodo che per anni ha bloccato la Pubblica Amministrazione,  SOLO DIRIGENTI suggerisce che si adotti il Codice europeo degli appalti, che al momento ha dato buona prova di sé e consentirebbe anche  una omologazione di spesa a livello comunitario. La seconda questione riguarda la responsabilità del datore di lavoro per contagio da Covid 19. Per l'infortunio che riceve copertura assicurativa dall'Inail si prevedono i reati di lesioni art.590 cp, omicidio colposo art.589 cp, aggravati dalla violazione delle norme antiinfortunistiche laddove non siano state adottate le misure necessarie a prevenire il rischio di contagio. Ma la domanda è su come si possa, in buona sostanza, stabilire il nesso di causalità tra il momento del contagio e l'ambiente di lavoro?  Anche qua vorremmo dei chiarimenti. 

 

C’ è un grande sconcerto, fra noi dirigenti scolastici, per la totale assenza di direttive e indicazioni chiare di azione e ci ritroviamo a navigare a vista. Non lo meritiamo, non lo merita l’intero mondo della scuola, non lo meritano milioni di  stakeholders, né gli studenti, ovviamente. Sono proprio questi momenti di crisi che meriterebbero indicazioni e percorsi chiari e definiti. Grazie. 

 

SOLO DIRIGENTI

Alessandro Turchi