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COLLOQUIO CON IL PRESIDENTE DI SOLO DIRIGENTI, ALESSANDRO TURCHI

A cura di Gianluca Sollazzo

 

Sta iniziando un nuovo anno. Cosa si prevede per la scuola italiana, soprattutto per la dirigenza scolastica?

Cosa si prevede per questo nuovo anno? E’ prevedibile che il 2020  si configuri come l’ennesimo anno di mortificazione per il ruolo della dirigenza scolastica, alle prese da una parte con lo smantellamento della Legge 107/2015, dall’altra con il mancato riscontro alle proteste messe in campo per la sicurezza. Ricordiamo, a proposito della Legge 107, che il disegno della legge di Bilancio 2020 approvato dal Senato dispone che le risorse in precedenza previste per il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, siano invece  utilizzate dalla contrattazione integrativa in favore del personale scolastico tutto. Risorse che servivano per compensare, in qualche misura, la meritocrazia dei docenti, saranno invece destinate alla contrattazione di tutto il personale, visto che confluiranno nel MOF. 

 

E per la sicurezza?

Per quanto riguarda la sicurezza e la tanto auspicata modifica del Decreto 81, finito il clamore della manifestazione del 30 ottobre, che aveva finalmente visto un accenno di protesta da parte della nostra categoria, terminate le audizioni, da parte di viceministri e sottosegretari, di nostri colleghi più o meno in ordine sparso, si è tornati al silenzio di sempre. Complice un ennesimo avvicendamento  di Ministri dell’Istruzione e, soprattutto, complice il momento attuale del governo del Paese, in cui le idee chiare latitano, specialmente quelle sul futuro della scuola pubblica. 

 

Perché è convinto, e con lei tutta l’Associazione SOLO DIRIGENTI, che la scuola pubblica non sia tenuta nella giusta considerazione? 

Parlano i fatti, purtroppo, siamo agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda le risorse che vengono destinate al sistema d’Istruzione e poi, basta guardare le agende dei vari governi degli ultimi anni, a parte il Governo Renzi, della scuola quasi mai si è partlato. Siamo il fanalino di coda di un sistema in continuo affanno. Del resto i docenti italiani sono fra i meno pagati d’Europa e noi dirigenti scolastici,  in considerazione del fatto che abbiamo responsabilità da top manager, rischi incredibili e tutele zero, lo siamo ancora di meno, in proporzione.

 

Ha parlato di  rischi, quindi ancora di sicurezza...

Eh si. La sicurezza. Lei sa cosa vuol dire dover essere considerato datore di lavoro in un sistema fatiscente in cui spesso gli edifici a noi affidati non hanno neanche le certificazioni di legge? In cui spesso è impossibile rispettare i parametri di legge, per esempio del numero degli alunni nelle aule, in cui la manutenzione non viene effettuata e in cui si è costretti continuamente a scrivere agli enti locali e a transennare zone delle nostre scuole, per mancati interventi? Noi dirigenti scolastici ci troviamo spesso ad essere i parafulmini di una situazione scolastica incandescente, in cui c'è il disinteresse da parte della politica ma anche della pubblica opinione. Questo è uno dei motivi per cui, due anni fa, è nata SOLO DIRIGENTI. 

 

Lei sta descrivendo una situazione molto negativa, ci sono anche altri motivi che hanno reso necessaria la presenza dell’Associazione?

Si certo. Il primo è quello legato alla necessità di ridefinire il ruolo del dirigente scolastico. Chi siamo? Manager prestati alla scuola, alle prese con gare di appalto, stakeholders, normative farraginose sulla privacy e sui contenziosi di lavoro. O siamo ex docenti che devono interessarsi alla didattica, alla programmazione, al curricolo verticale e alla valutazione? Dirigenti costretti, spesso, a governare un sistema complesso con variabili indipendenti da noi. Pensiamo alla dispersione scolastica, che ha cause spesso sociali. Siamo cpoi ostretti a confrontarci con incombenze spesso avulse dalla realtà di tutti i giorni, ed il riferimento va alle varie rendicontazioni sociali, ai Rav, ai PdM, e a tanto altro, che così come sono rappresentano spesso incombenze assolutamente indipendenti dalla vita  della scuola. 

 

Giudizi molto duri, i suoi. Vogliamo aggiungere anche un pensiero per gli organi collegiali non riformati?

Ha già detto lei. Il fatto che dopo i cambiamenti epocali degli ultimi venti anni, l’autonomia e la dirigenza su tutti, gli organi collegiali non siano stati modificati e siano sempre gli stessi di quasi cinquanta anni fa (1974, Decreti delegati), la dice lunga sulla reale volontà di adeguare la scuola italiana alle mutate esigenze di una società in cambiamento perenne. 

 

Chiudiamo chiedendole di formulare un augurio per il 2020 alla vostra categoria. 

L’augurio è che il Governo decida un piano di investimenti seri sulla scuola italiana e, soprattutto, dedichi alla scuola una seria riflessione. Abbiamo tutti bisogno di idee chiare e di sapere che il sistema formativo è una delle priorità del Paese. Poi, rispetto alla dirigenza scolastica, mi auguro che finalmente si comprenda che siamo l’anello di congiunzione fra le esigenze di una scuola che voglia essere al passo con una società complessa e un sistema politico spesso inadeguato e non pronto.