
di Carmela De Marco
In principio era il contratto. Cioè, l’anno solare, per i dirigenti scolastici, era iniziato con squilli di trombe, colpi di cannone, brindisi a destra e a manca… Il contratto, o meglio la sua bozza, era stato finalmente definito. In busta paga, entro il mese di febbraio 2019 i dirigenti scolastici avrebbero avuto un incremento mensile di 450,00 euro circa, più gli arretrati. Chi, allora, esprimeva qualche dubbio, veniva zittito e quasi costretto a fare quel brindisi, a crederci, a bandire le perplessità e i dubbi. Passò febbraio, venne marzo, poi aprile, e poi, come sempre, vennero anche maggio e giugno… Il contratto sembrava aver iniziato un lungo cammino. Il Mef, il Consiglio dei Ministri , e poi …la Corte dei Conti? Ma, entro quando questo cammino si concluderà (se si concluderà), adesso, che giugno sta per finire, non ci è dato ancora di sapere… Al posto del contratto, mercoledì 12 giugno , vennero le impronte digitali…Infatti, dopo l’iter che lo ha preceduto, il disegno di legge denominato ”concretezza” è passato in terza lettura (dopo le modifiche approvate alla Camera), con 135 voti (104 no e 3 astenuti). L’art. 2 del decreto, al comma 1, riporta: ”Ai fini della verifica dell’osservanza dell’orario di lavoro, le amministrazioni pubbliche (…) introducono sistemi di verifica biometrica dell’identità e di video sorveglianza degli accessi (…)”. Preme rileggere quel preambolo, che fa riferimento ad una procedura finalizzata a “verificare l’osservanza dell’orario di lavoro”. Ma tutti sanno che il contratto dei dirigenti scolastici non prevede orario di lavoro… E allora, questo disegno di legge, questo “pasticciaccio brutto” che ha il sapore della beffa e che non ha in se’ alcuna motivazione e spiegazioni logiche, a quali finalità si propone di riferirsi?