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GLI SCHIAFFI IN FACCIA

GLI STATI GENERALI DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA 

Diciamolo chiaramente, il mondo della dirigenza scolastica non ha mai, dico mai, attraversato un momento così drammatico e pieno di incognite. Nelle ultime settimane si è scatenato un vero e proprio attacco concentrico alla nostra categoria, che si va ad inserire in una situazione già alterata da tempo. Dopo anni di attesa a dicembre era stato firmato il pre contratto, pieno di punti oscuri, con tutti i sindacati generalisti a fare i salti di gioia,  ma ad oggi del Contratto vero e proprio non ce ne è traccia e non sono stati concretizzati gli aumenti di stipendio, tutti da verificare nel tempo. Poco prima del pre contratto, avevamo assistito all’inizio della demolizione dello strumento del bonus di merito dei docenti, “annacquato” per costringerci a contrattare con RSU composte anche da personale ATA. alcuni criteri di premialità (dei docenti). Poi, a proposito dello smantellamento della 107/2015 che dire della eliminazione della chiamata diretta? Poteva piacere o non piacere, ma toglierla è stato un ennesimo colpo simbolico alle nostre prerogative. Abbiamo poi assistito alla mancata modifica del Decreto Legislativo 81/2008, che ci vede assurdamente equiparati ai datori di lavoro in tema di sicurezza, anzi, l’introduzione dell’art.39 sulla manutenzione degli edifici, nel nuovo regolamento di Contabilità, ha aumentato ulteriormente le nostre responsabilità in tema di sicurezza delle scuole. E tutto questo con un Ministro e un Sottosegretario che di mestiere facevano i dirigenti scolastici. Chi scrive queste note ha chiesto, a luglio, a nome di SOLO DIRIGENTI, un incontro con il Sottosegretario Salvatore Giuliano e in quella occasione ebbe delle rassicurazioni, le sue parole furono esattamente “Caro Turchi, io quando terminerò l’incarico di Governo tornerò a fare il dirigente scolastico. E vorrò trovare migliori condizioni di lavoro per questa categoria. Si figuri se non lavorerò per noi dirigenti…”. Dopo di allora acqua ne è passata sotto i ponti e siamo sempre più sotto attacco, la Ministra Buongiorno sta facendo passare la assurda norma sulle impronte, per noi che non abbiamo orari o posti fissi di lavoro, sui giornali  e in TV passa sempre più l’idea di un dirigente scolastico figura anomala, senza regole, con stipendi altissimi e poca voglia di lavorare. E noi siamo in attesa di una parola, anche una sola, sia del Sottosegretario Giuliano sia dello stesso Ministro Bussetti, anch’egli dirigente scolastico, che anzi si è distinto per alcune azioni e parole discutibili. Silenzio tombale su tutto il resto, un silenzio che significa, lasciatecelo dire, complicità rispetto a provvedimenti che non solo non ci aiutano, ma che ci affossano ulteriormente in una situazione ricattabile e senza vie di uscita. La logica generale è quella di toglierci potere, in questa sciocca contrapposizione, alimentata ad arte, che ci vede continuamente additati dai docenti come privilegiati. Non riusciamo ad uscire da questa logica, anzi non riusciamo a far uscire la pubblica opinione e gli stessi docenti da questa logica, alimentata ad arte. Forse è il caso di “lavorare” affinchè sia rappresentata all’esterno una categoria dalle caratteristiche chiare, dai compiti chiari, dalle prerogative chiare, che nulla hanno a che fare con quelle dei docenti. Ma per fare questo ci vuole una categoria unita. Invece, anche nelle chat, nelle pagine Facebook, ovunque, assistiamo al solito  e retorico spezzatino di opinioni, di sigle, di particolarismi, che per noi sono veleno. Ancora una volta rivolgiamo il nostro appello per un tavolo comune, se non facciamo fronte unico siamo spacciati. Chiediamo gli stati generali della dirigenza scolastica, con una giornata di mobilitazione in cui tutti i responsabili di tutti i sindacati e delle associazioni rappresentative della categoria, si riuniscano e facciano sentire la loro voce. Affittiamo un palazzetto dello sport o comunque un luogo che possa contenere migliaia di dirigenti che faranno sentire la loro voce. Facciamoci sentire!

 

Alessandro Turchi