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CRONACA DALLA SALA MACCHINE

Ieri chi vi scrive ha potuto prendere parte, su invito del sindacato DIRIGENTISCUOLA, alla seduta di contrattazione che si svolgeva presso l’ARAN, a Roma, per la definizione del CCNL dei dirigenti. Era la decima riunione che si svolgeva con questo obiettivo e, ovviamente, oramai i giochi erano per lo più fatti. Al momento in cui scriviamo queste note pare che ci sarà, oggi pomeriggio, ancora una riunione, sembra (sembra) che siamo arrivati al momento della firma finale. Erano presenti le delegazioni di cinque sindacati “generalisti” (che comprendono, cioè, anche docenti e ATA, oltre ai dirigenti), SNALS, ANP, CGIL, UIL, CISL e un sindacato di soli dirigenti scolastici, DIRIGENTISCUOLA, della cui delegazione abbiamo fatto parte nella riunione di ieri.

Quello che leggerete avrà poco del linguaggio sindacalese, che non ci appartiene, e molto di contesto, di rapporti, di sensazioni. Cominciamo con il dire che la riunione è iniziata con un’ora e mezza di ritardo, in attesa del rappresentante dell’ARAN, questo a dire quanto le varie delegazioni (presenti ai massimi livelli, con il presidente di ANP Giannelli e la responsabile scuola di CISL, Serafin, per fare due nomi) siano tenute in considerazione dalla controparte.  Il rappresentante ARAN ha subito fatto distribuire la bozza del contratto, frutto delle precedenti riunioni e zeppa di annotazioni e modifiche, una bozza di ben 50 pagine. Nell’indifferenza generale il rappresentante di Dirigentiscuola ha lamentato l’impossibilità di  discutere di un documento che nessuno aveva letto prima, ma tutti gli altri presenti non hanno avuto nulla da dire e la riunione è cominciata. Dopo un po’ si è subito palesata l’impressione che nessuno avesse fretta, un lento disquisire sulle varie modifiche (chieste, attuate, non attuate…) che puntualmente vedevano l’inflessibile rappresentante ARAN in cattedra a mantenere quasi sempre il punto, compreso quello sul licenziamento del dirigente dopo due sospensioni dal servizio, contestato da più parti. Di soldi e sicurezza neanche a parlarne, si è discettato sui compiti del dirigente (sic), sulle unioni civili, sulle reggenze, ma la perequazione e la sicurezza sono state bellamente ignorate, almeno fino a quando il rappresentante della Dirigentiscuola ha chiesto in modo plateale se almeno la perequazione della parte fissa sarebbe stata attuata con questo contratto. Anche qui il rappresentante ARAN è stato categorico e ha spiegato che sarà attuata solo in parte e completata nel prossimo contratto, parliamo della sola parte fissa, in parole povere la perequazione vera e globale si avrà, di questo passo, fra decine di anni, ammesso che ci sia una volontà in tal senso. L’idea sulla giornata trascorsa all’ARAN, sulla rappresentazione che si è conclusa in serata per poi, forse, riprendere oggi, è stata quella di una sorta di commedia, anzi di gioco delle parti. Da una parte la massa indistinta dei sindacati generalisti, che parlavano più o meno con la stessa voce, che avevano più o meno le stesse reazioni, che sembrava avessero già interiorizzato, al solo riceverlo, il documento presentato dall’ARAN, e che pareva avessero già chiare le conclusioni cui si sarebbe giunti. Parliamo di circa sedici, diciassette persone in rappresentanza dei cinque sindacati di dirigenti, ma anche di docenti e di ATA. Dall’altro lo sparuto drappello dell’unico sindacato di soli dirigenti scolastici, di cui per un giorno ho fatto parte.  In mezzo una controparte determinata a non concedere molto, inflessibile, a tratti quasi formalmente arrogante, cui si sarebbe dovuto rispondere in modo politico più che attaccandosi ai commi e agli articoli di un CCNL a tratti irricevibile. Se tutti si fossero alzati e avessero lasciato la stanza senza più discutere di refusi e codicilli, sarebbe stato un gran bel segnale, un segnale forte della nostra insoddisfazione profonda, per lo stress, per le inesistenti garanzie, per le responsabilità non commisurate alle possibilità di gestione delle variabili, per degli stipendi ridicoli. Nulla di tutto questo è stato neanche ventilato, se non da parte del presidente di Dirigenti scuola, ma poi nulla più. Forse oggi verrà firmato il contratto, non si sa da chi, forse ci sarà un piccolo aumento di stipendio che servirà ad anestetizzare per qualche mese le reazioni dei nostri colleghi. Dopo si riprenderà con lamentazioni sempre più forti, ma sarà inutile se poi si continua così. Lo ribadiamo, è anche una questione di rappresentanza!

 

Alessandro Turchi (Presidente di SOLO DIRIGENTI)